Sfogliando un vecchio libretto datato
1924 in mio possesso (Favole o meglio Dugento Favole - Raccolte e
rivedute per Giulia Guarisco, Ed La Scuola Brescia, 1924) ho trovato
delle favole molto carine che sono state prese da Esopo, tradotte dalla
autrice prendendole dalla traduzione del Landi ( anno 1777, Venezia -
Bortolammeo Occhi) e portate ad una forma scritta migliore e non solo.
Molti scritti la autrice li ha presi anche da Fedro, Clasio, e Pignotti,
Bertola...
Questo testo venne utilizzato tantissimo dalla mia nonna Teresina che era maestra elementare in quel periodo.
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Il naso e il tabacco
- Io preferirei il tabacco ad ogni altro profumo, persino alla delicata fragranza dè fiori - disse il naso - e questo furfante più io lo ricerco, e meno si rende gradito, e più diventa insipido.
- Sai! - rispose il tabacco - per godere realmente d'una cosa, sia un aroma che diletta le narici, sia un gusto che dà piacere al palato, non bisogna mai abusarne. I piaceri troppo frequenti riescono insipidi. (Bertola)
°°°°°°°
La Lampada

Aveva assistito in silenzio a questo litigio la lampada che ardeva e si consumava dinnanzi all'altare.
Stupito ch'ella sola non avesse preso parte alla gara, il pavimento gliene chiese la prossima notte il perchè.
- Eppure tu ardi in luogo privilegiato e sei d'oro purissimo e hai molti pregi d'arte e non tocchi nè la terra nè le pareti, ma oscilli dolcemente nell'aria e brilli anche nell'oscurità della notte.
- Taci! - lo interruppe la lampada: - io son ben felice di consumarmi in silenzio davanti al Santo dei santi, di attirare a Lui, con la mia timida ma costante luce, i cuori degli uomini. Compio così il mio dovere e non cerco lodi: purchè siano tributate a Colui che solo le merita.
- Quale vergogna e quale lezione per noi che abbiamo osato disputare de' nostri pregi dinanzi al Creatore, nella sua stessa casa!
(Perego)
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Il naso e il tabacco
- Io preferirei il tabacco ad ogni altro profumo, persino alla delicata fragranza dè fiori - disse il naso - e questo furfante più io lo ricerco, e meno si rende gradito, e più diventa insipido.
- Sai! - rispose il tabacco - per godere realmente d'una cosa, sia un aroma che diletta le narici, sia un gusto che dà piacere al palato, non bisogna mai abusarne. I piaceri troppo frequenti riescono insipidi. (Bertola)
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La Lampada

Aveva assistito in silenzio a questo litigio la lampada che ardeva e si consumava dinnanzi all'altare.
Stupito ch'ella sola non avesse preso parte alla gara, il pavimento gliene chiese la prossima notte il perchè.
- Eppure tu ardi in luogo privilegiato e sei d'oro purissimo e hai molti pregi d'arte e non tocchi nè la terra nè le pareti, ma oscilli dolcemente nell'aria e brilli anche nell'oscurità della notte.
- Taci! - lo interruppe la lampada: - io son ben felice di consumarmi in silenzio davanti al Santo dei santi, di attirare a Lui, con la mia timida ma costante luce, i cuori degli uomini. Compio così il mio dovere e non cerco lodi: purchè siano tributate a Colui che solo le merita.
- Quale vergogna e quale lezione per noi che abbiamo osato disputare de' nostri pregi dinanzi al Creatore, nella sua stessa casa!
(Perego)
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Il Viaggiatore e il vento
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"S'adirò forte un viaggiatore contro il vento che gli avebva portato via il cappello come se fosse una piuma: e si che aveva una bella tesa molto ampia!
- Garbinaccio insolente e perverso! Ame nessun vento ha mai osato recare la menoma ingiuria. E si che ho viaggiato per mare e per terra con un cappello di tesa ancora più ampia!
Rise il vento: - Belle ragioni codeste tue! E non ti vergogni, tu che dici d'aver viaggiato per mare e per terra, non ti vergogni d'ignorare che dove c'è rischio bisogna abbondar di cautele? e che esponendoti al vento un dì o l'altro ti poteva ben capitare quel che ti è toccato oggi?
Non dir mai: ho fato centomila volte questa cosa e non mi è mai incontrato nulla di male. Quel che non accade in cento, accade in una. (Bertola) "
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Le tortorelle solitarie ed il colombo viaggiatore
"Un'amabile
tortorina viveva sempre accanto alla sua compagna: non avevano mai
oltrepassato la casa nativa, liete del loro piccolo, ma tranquillo
soggiorno. Toccò un giorno la soglia della loro dimora un colombo
viaggiatore che aveva visto moltissime cose , una pià bella dell'altra
varcando mari e monti.
Vennero così a discorrere tra loro ed il colombo chiese alle tortorelle quali paesi avessero visitati.
- Noi non conosciamo che questo prato e questa casina, dove siamo vissute insieme d'amore e d'accordo.
-
Certo la fedeltà nell'amicizia è un grande benefizio: e anch'io mi
picco di serbar fede al mio nido; ma quel vivere sempre congiunte, quel
non staccarsi mai dal luogo natio può alla fine riuscire uggioso!
Viaggiare, veder nuvi paesi e nuove genti è pure un bel divertimento: e
ci s'impara assai. Via uscite dal vostro buco, osate spingervi più al di
là di questi monti.
-
Finchè eravamo giovanissime, avremmo potuto arrischiarci e affrontare
l'ignoto e trarne anche qualche utile ammammaesteamento! Ma ora non è
più il caso nostro. Tutto quello che è forestieero ci rende peritose.
- Volete rimaner dunque sempre in questo deserto?
-
Questo deserto, come lo chiami tu, si abbellisce per noi delle più
soavi memorie; in questo deserto è tutto un mondo con le sue gioie
sconosciute a chi troppo vive lontano da casa sua. (Bertola)"
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